Creo sogni a scatole cinesi, a puntate, ad albero. O forse sono loro che creano me, un frammento dopo l'altro, come un puzzle di emozioni e ricordi che viene man mano riordinato in un essere pluridimensionale.
Qualche mese fa c'è stato un sogno lunghissimo, ne sentivo ogni scena con una strana partecipazione vibrante. Mi sono ripromessa di metterlo per iscritto, e su fogli svolazzanti la mia penna ha corso per ore, per appuntarne qualche barlume. Ho addirittura comprato un quaderno, per districare quella matassa aggrovigliata e tesserlo secondo una certa narrazione da poter condividere. Ma il quaderno è ancora lì, col suo silenzio bianco vergato di linee sottili come fili... un pò per il tempo che scorre tiranno, e che non so controllare, un pò perchè è qualcosa di così intimo che vorrei prendermi il tempo per i preliminari... ma pian piano l'emozone svanisce, e rimane solo la forma... le scintille affogano negli abissi, e io dalla superficie, da quassù, non riesco a far altro che guardarle agonizzare; un'altra volta, come sempre, si spegneranno, sgretolandosi con un muto disappunto, e sedimenteranno come sabbia nelle mie profondità....
Poi arriverà un'altro sogno, a scuotermi, a chiedermi di danzare. Forse un giorno riuscirò a prendere quella luce... prima che si spenga?
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